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narrativamente


Letteratura della mente

“Non c’è grande opera letteraria… che non si sia lasciata prendere da gradi diversi di turbamento e di lacerazione” (Ferroni). Forme e modi di espressione di tale disagio psichico si sono naturalmente trasformati nel tempo – come il Prof. Ferroni illustra nel suo brillante saggio che, con il suo permesso, qui riproponiamo. Ma è possibile attingere alle espressioni letterarie del turbamento psichico per comprendere quest’ultimo per così dire dall’interno? Possiamo chiedere ad un’opera letteraria di farci “sentire” e capire un disturbo mentale con quell’immediatezza e partecipazione emotiva che un saggio scientifico non – sempre – ci può regalare, considerato che il “linguaggio apparentemente solo poetico… ci offre istantaneamente la dimensione psicologica e anche clinica (sì anche clinica) della follia” (Borgna)? Non si tratta di opporre in una sterile e si spera tramontata dicotomia scienza e sentimento, cuore e ragione, quanto piuttosto di integrare con “cuore intelligente” (Finkielkraut) l’approccio delle scienze naturali e di quelle umane per arrivare ad una psichiatria che non sia solo astratta conoscenza teorica ma divenga anche, come auspica Borgna nel suo bel saggio qui pure riproposto, “scienza umana, psichiatria dell’interiorità, psichiatria che si confronta con l’angoscia e la tristezza, con la disperazione e con il dolore indicibile dell’anima in un atteggiamento di condivisione intensa ed umanissima”.

Questi sono anche la convinzione e l’intento che narrativa.mente fa propri. Ogni mese vogliamo suggerire e commentare brevemente un’opera letteraria che ci avvicina in modo originale ad un disturbo mentale ed ai meccanismi psicodinamici che vi operano. Meccanismi che, come ci ha insegnato Freud, non sono diversi da quelli che regolano i processi psichici della nostra vita quotidiana. Ci auguriamo che il testo letterario divenga fecondo tramite per un incontro con l’altro da/di noi, fondato prima ancora che sulla comprensione razionale, sulle suggestioni ed evocazioni emotive ed affettive della scrittura. È un percorso avventuroso che richiede la nostra disponibilità ad aprirci ad un sincero dialogo con i protagonisti della narrazione, le loro sofferenze e risorse, i loro chiaroscuri, che sono anche i nostri. “C’è bisogno della letteratura – dice infatti Finkielkraut nel suo splendido “Un cuore intelligente” – per sottrarre il mondo reale alle letture sommarie, siano esse quelle del facile sentimentalismo o dell’intelligenza implacabile. La letteratura ci insegna a diffidare dei teoremi dell’intelletto e a sostituire al regno delle antinomie quello della sfumatura”. Nell’incontro con i personaggi narrativi dis/turbati entriamo in dialogo con gli infiniti, talora angoscianti, paesaggi del nostro animo ed impariamo ad osservarli, ammirarli, conoscerli, fuggirne, magari anche, per quel che ci è possibile, a percorrerli, da soli o, meglio ancora, in compagnia di personaggi fittizi o reali che siano. È infatti il rapporto, letterario, umano o terapeutico che sia, che ci apre alla comprensione.


Abbiamo inoltre l’onore di avere come “numi tutelari” di narrativa.mente i Prof. Ferroni e Borgna che ci hanno gentilmente concesso, insieme con la Fondazione Tobino e l’Editore Donzelli, di riproporre qui i loro saggi presentati al convegno della Fondazione Tobino “Il turbamento e la scrittura” del 5/6 dicembre 2009 e raccolti nell’omonimo saggio per l’Editore Donzelli.


• Giulio Ferroni, Dal disagio antico al disagio contemporaneo

• Eugenio Borgna, La fenomenologia implicita di Mario Tobino


Le nostre recensioni:

In un’interazione che ci auguriamo possa divenire scambio stimolante e comprensione vissuta, invitiamo anche ciascuno di voi a partecipare a narrativa.mente.

Inviaci per mail (segreteria.umanamente@gmail.com) un testo (non superiore ai 2500 caratteri) contenente il titolo dell’opera letteraria che consigli per meglio comprendere un disturbo mentale e un tuo breve commento.

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