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Come faremo senza di te, Angelo?

In questi giorni ci ha lasciato il nostro caro amico Angelo Ravelli, segretario e colonna portante dell’Associazione Uma.na.mente.

Ci è difficile immaginare la nostra attività senza di lui, senza la sua vitalità, il suo entusiasmo, la sua dedizione instancabile a tutto quanto fosse di pubblica utilità.

Ovunque si andasse ci si imbatteva in qualcuno che lo salutava riconoscente. Ogni riunione prevedeva intermezzi dedicati alle storie della sua vita e tutti ne cercavamo lo spunto, perché con la leggerezza che ne derivava le decisioni venivano da sole e con esse le preoccupazioni si scioglievano. Nessun problema è mai stato per lui davvero tale. 

Ci è difficile immaginare la nostra vita senza quell’ambiente di amicizia e di affetto sincero che intorno a lui si creava.

E mai come in questo caso le parole vanno prese proprio alla lettera. Non c’è retorica d’occasione in esse. Solo l’evidenza della loro inadeguatezza a esprimere la nitidezza dell’impronta che Angelo ha lasciato nei luoghi e nelle persone.

Riportiamo di seguito il saluto di Giuliano Castigliego (fondatore dell’Associazione Uma.na.mente), che fin dai tempi di scuola è stato profondamente legato ad Angelo nell’amicizia, nell’amore per il paese di Lograto e nell’impegno per renderlo il luogo migliore in cui vivere.

Angelo, ti ricordi quante volte, impaurito di fronte a piccole decisioni, ti ho tirato in ballo e tu, senza colpo ferire, hai detto il tuo rassicurante «preoccupät mia tè» e hai estratto dal tuo cilindro magico la soluzione? 

Ti ho conosciuto per la prima volta in biblioteca quando, timido ginnasiale, sono a venuto a cercar consiglio da te e tu mi hai suggerito Il sentiero dei nidi di ragno di Calvino. Poi è venuto il momento in cui io facevo finta («fae parence», avresti detto tu) di fare il presidente della biblioteca comunale e tu il segretario. Sappiamo tutti come stavano le cose. Ti ricordi quando abbiamo organizzato la visita alla mostra di Raffaello a Firenze e io me ne stavo come un bambino impaurito davanti a una coda interminabile? Tu hai trovato subito l‘occasione per farti affidare il gruppo da un‘altra guida e per far passare il nostro. Non era saltare la fila, ma risolvere le situazioni, come mille altre volte, in Comune, Provincia, in Regione, in Villa*, la tua Villa, che conoscevi a menadito e che non perdevi occasione di illustrare e magnificare. Poi è arrivata anche la volta di Uma.na.mente e tu sei stato subito della partita. «Preoccupät mia te» mi ripetevi e continuavi a tessere le tue tele, di contatti ed affetti, di fatti e di progetti, di amicizia e intuito. Ti chiedevamo tutti preoccupati come avremmo potuto finanziare le iniziative dell’associazione dell‘anno successivo con i nostri poveri fondi e tu, psicoterapeuta molto più esperto di tutti noi, sapevi sempre trovare la parola adatta per rassicurare ognuno di noi. Non era una rassicurazione a cuor leggero, veniva dal sacrificio e dalla sofferenza che tu conoscevi fin troppo bene. 

Varcherai con coraggio anche l‘ultima soglia. Ma come faremo senza di te, Angelo? 

Dobbiamo andare avanti, con il tuo sorriso e il tuo coraggio.

Te lo dobbiamo, Angelo. 

Giuliano

*Villa Morando, sede del Comune di Lograto e dell’Associazione Uma.na.mente.

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